Cari amici,
il nuovo Focus on vi permetterà di leggere una dettagliata serie di informazioni su alcuni dei nostri
viaggi più particolari: potrete così farvi un’idea più precisa del perché e del come questi viaggi vengono
costruiti dal nostro team. Focus on on si concentrerà solo su alcune delle nostre proposte di viaggio e
sarà esclusivamente il nostro team a decidere quali. Nel corso dell’anno quelle che ora potete vedere
online si potranno alternare con altre proposte di viaggio sempre a discrezione di Wilderness.
Il 2022 è stato l’Anno della Tigre e c'è stata una buona notizia che riguarda la conservazione del grande felino. Secondo l'ultimo rapporto del Wwf, "Impact on Tiger Recovery 2010-2022", la tendenza di declino delle tigri si è finalmente invertita e lascia ben sperare. Ma mentre il numero complessivo delle tigri in natura sta aumentando, l’areale di distribuzione ha continuato a contrarsi e le tigri sono oggi confinate su una superficie pari al 5% dell’areale storico.
Alcuni elementi salienti nel nuovo rapporto riguardano la nascita in Cina della più grande area protetta al mondo dedicata alla tigre e di un parco nazionale in Russia, terra del leopardo, dove il numero di tigri è triplicato.
Nel Royal Manas National Park del Bhutan, l'uso dello Spatial Monitoring and Report Tool (Smart) e altre misure di conservazione hanno portato a un raddoppio del numero di tigri dal 2012. Il report presenta anche la Khata Forest Conservation Area, che è stata trasformata da soli 115 ettari di foresta a 3.800, coinvolgendo più di 6.000 membri della comunità e amministratori della terra. Questo corridoio transfrontaliero tra India e Nepal, recentemente premiato per l'eccellenza nella conservazione, è stato utilizzato da 46 tigri negli ultimi cinque anni.
"Questi progressi meritano di essere celebrati, ma dobbiamo riconoscere che si tratta di traguardi fragili e non uniformi in tutte le sotto-regioni dell'Asia: un declino pericoloso del numero di tigri si è verificato in Malesia e in Cambogia. In Laos e Vietnam ora questi straordinari felini sono probabilmente estinti", sottolinea il Wwf. Nel precedente anno della Tigre, il 2010, è nata la Global Tiger Initiative ed è stato convocato il primo incontro internazionale per la conservazione della tigre, il Tiger Summit di San Pietroburgo. L'evento e l'iniziativa hanno innescato una collaborazione internazionale tra i governi dei 13 Paesi ricadenti all'interno dell'areale di distribuzione della tigre e la comunità di conservazione globale verso un obiettivo comune per il recupero della specie. Momento cruciale sarà il secondo Global Tiger Summit del 5 settembre 2022 a Vladivostock, in Russia. I capi di stato e i ministri dei Paesi coinvolti si riuniranno con altri leader mondiali e con organismi intergovernativi, ong ed esperti di conservazione, per determinare la prossima fase del piano di recupero globale delle tigri. Fra le possibilità anche quella di fissare un nuovo ambizioso obiettivo di espansione dell'areale.
"Il Tiger Summit 2010” ha messo in moto una serie di iniziative per la conservazione della tigre senza precedenti - spiega Stuart Chapman, leader dell'iniziativa Tigers Alive - I risultati dimostrano cosa si può ottenere attraverso impegni a lungo termine e collaborazioni per il recupero delle specie. La dedizione dei team sul campo, dei partner di conservazione e delle comunità che vivono nei paesi delle tigri sono alla base di questi straordinari risultati". Per Margaret Kinnaird, leader del Wwf Wildlife Practice, "mentre riflettiamo sul decennio di azioni messe in campo per proteggere le tigri, non dimentichiamoci che questi straordinari feline sono ancora gravemente minacciati da bracconaggio e perdita di habitat. Se vogliamo che questo aumento continui, i governi devono fare di più, in particolare in alcune parti del sud-est asiatico".
Il nostro Tiger Expedition è stato un successo e vogliamo ripeterlo più volte, insieme a voi,
perché viaggiare è bello, ma con Wilderness Experience lo è di più.
Per vedere le tigri ci sono pochi santuari al mondo e le strutture (rifugi/camp/lodge) hanno
ricettività molto limitate.
Considerando che le richieste vengono da tutto il mondo, è ben chiara la necessità di finalizzare
il gruppo il prima possibile.
Per questo vi chiediamo di essere tempestivi nel confermare la vostra partecipazione.
Le prenotazioni saranno registrate con la data di ricezione delle vostre conferme e una volta
raggiunto il numero limite, le iscrizioni verranno automaticamente chiuse.
La presenza del nostro g.m. Stefano Sciarma, una delle guide professioniste più esperte in campo internazionale (vedi curriculum su wildernessexperiencezimbabwe.com) sarà sicuramente un plus, visto che è stato proprio lui a ideare questo viaggio.
Il nostro scopo è condividere una fuga autentica e indimenticabile dove puoi essere tutt'uno con la natura e vedere le maestose tigri del Bengala in una parte non visitata dell'India centrale. Si trova nella Riserva della Tigre di Bandhavgarh, nel cuore dell'India centrale del Madhya Pradesh, che presenta la più alta densità di Tigri del Bengala reali al mondo.
Bandhavgarh è famoso per avere la più alta densità di tigri del Bengala al mondo. Organizziamo safari all'alba e al pomeriggio nelle nostre jeep con guide di lingua inglese esperte nel rilevamento e nel comportamento delle tigri. Le tue guide ti porteranno anche in luoghi dove potrai vedere e ascoltare molti uccelli e altre specie animali. I cancelli d'ingresso sono Tala, Magdhi e Khitauli.
Il Parco Nazionale di Bandhavgarh prende il nome dalla collina più grande della riserva. Situato in cima alla collina,
risalente a oltre 2000 anni fa, è uno dei forti più antichi dell'India, con più di 100 grotte monolitiche originariamente
utilizzate per il culto dei monaci indù e ora abitate dalle tigri! Il Signore del Forte, Lakshmana, è ancora venerato
come un dio nel forte.
Nelle vicinanze, pacifica e serena nel deserto di Tala c'è Sheshshaiya. Questa statua monolitica in arenaria del
Signore Vishnu sdraiato sul serpente a sette incappucciati vicino a una pozza d'acqua merita una visita.
"Riserva della tigre di Bandhavgarh"
Il Parco Nazionale di Bandhavgarh è il miglior parco per avvistare una tigre allo stato selvaggio in
India (e probabilmente nel mondo ).
Situato nel distretto di Umaria del Madhya Pradesh, il parco era uno Shikargah, o riserva di caccia per i
Maharaja di Rewa e i loro ospiti. Il parco è stato dichiarato Parco Nazionale nel 1968 e Riserva della Tigre nel
1972 ai sensi del Progetto Tiger and Wildlife Protection Act.
Nel 1982 altre tre catene montuose vicine, ovvero Khitauli, Magdhi e Kallawah, furono incluse insieme a Tala
(l'originale Parco Nazionale di Bandhavgarh) per formare il Parco Nazionale di Bandhavgarh.
Mentre la zona cuscinetto comprende le divisioni forestali di Umaria e Katni. Bandhavgarh è famoso per una
delle più alte densità di tigri del Bengala al mondo. Il parco è sinonimo del suo abitante originario e più
famoso. "Charger", il primo maschio sano registrato residente a Bandhavgarh dagli anni '90, una tigre
chiamata Sita e Charger sono le tigri più fotografate al mondo e sono apparse sulla copertina del National
Geographic.
Charger è morto nel 2000 e il suo corpo giace sepolto a Charger Point (A Tourist Spot), dove è stato confinato
in età avanzata.
Tra il 2003 e il 2006, molti dei suoi discendenti hanno avuto una serie di fini sfortunate.
B2 è diventato l'Alfa Male dopo la morte di Charger. Accoppiandosi con una femmina nella regione di
Siddhababa di Bandhavgarh, generò tre cuccioli. Uno di loro era un maschio, Bamera. È stato avvistato per la
prima volta nel 2008 a Tala ed è stata la tigre più famosa e dominante di Bandhavgarh fino a poco tempo fa.
Blue Eyes e Mukunda sono rispettivamente le zone dominanti delle Tigri di Magdhi e Khitauli.
Le tigri popolari includono Rajbehra, Mirchaini, Banbehi, Spotty, Sukhi Pattiya e Damdama.
I parchi sono aperti dal 1 ottobre al 30 giugno di ogni anno. L'alta stagione da visitare va da ottobre a marzo
con temperature estive spesso insopportabili.
Tuttavia, i mesi da marzo a giugno sono ideali per avvistamenti di tigri migliori a causa
dell'essiccazione della maggior parte della vegetazione a Bandhavgarh.
“Crediamo fermamente di essere parte del sistema naturale non al di sopra di esso”
Noi di Wilderness crediamo che la popolazione locale sia la chiave vitale che può plasmare il futuro delle foreste.
La loro partecipazione, esperienza e competenza a terra possono aiutare a preservare la fauna selvatica. Per
proteggere le nostre foreste, consentiamo loro di migliorare la loro capacità di guadagnarsi da vivere e quindi
di contribuire a migliorare i loro standard di vita. Per garantire la prosperità dei nostri habitat naturali,
dobbiamo rispondere ai loro bisogni e preoccupazioni ed essere inclusivi e simbiotici.
Ci sforziamo continuamente di offrire la migliore esperienza possibile agli ospiti, integrando al contempo la
conservazione delle giungle e delle persone che vivono intorno al centro. Sebbene sia una goccia
nell'oceano, crediamo di dare lentamente e costantemente un contributo significativo alla conservazione della
fauna selvatica e allo sviluppo e alla conservazione dell'economia rurale in tutti i nostri lodge.
Ridurre al minimo l'impatto ambientale ed ecologico scegliendo prodotti di "acquisto ecologico" e
"conservazione dell'energia" per ridurre al minimo l'impatto sull'habitat, per quanto possibile in tutti i nostri
lodge, educando il nostro personale. Speriamo di cambiare l'atteggiamento di decine di persone che lavorano
nelle nostre varie logge e costruire una cultura istituzionale.
Massimizzare l'impatto impiegando e procurando a livello locale quando possibile. Globalmente locale è
l'assioma in base al quale viviamo. Incoraggiamo ed educhiamo i nostri ospiti a dare un'occhiata alle abilità
indigene, alle pratiche sociali e culturali e al loro modo di vivere attraverso visite ai villaggi e sessioni
interattive.
Optiamo con passione per cibo coltivato e di provenienza locale. Non solo è più fresco, ma sostiene gli
agricoltori marginali e i mercati locali. In molti dei nostri rifugi abbiamo un orto biologico e di erbe aromatiche
per le forniture fresche. I nostri menu sono pensati per celebrare gli ingredienti e le verdure locali e sono una
delizia per i tuoi sensi. In tutti i nostri lodge vengono serviti cibi freschi, semplici, locali, regionali e di stagione.
Cerchiamo di ridurre al minimo l'uso di alimenti confezionati e trasformati.
Opzione 1: 8 giorni
Opzione 2: 12 giorni con estensione Varanasi e Agra (Taj Mahal)
Per ricevere il programma in dettaglio e relative quotazioni:
Chiamare il 349.3974860 o il 333.2097430
Oppure scriveteci a:
info@wildernessexp.it
stefanosciarma@gmail.com
In occasione della Giornata mondiale del Gorilla, che si è celebrata il 24 settembre, il WWF ha sottolineato
come i gorilla di montagna, dopo essere arrivati sull’orlo dell’estinzione, stiano finalmente aumentando di
numero. Un tempo, questi primati erano solo 254 sui monti Virunga, oggi sono oltre 1000 tra Ruanda e
Uganda e la chiave del successo risiede nella decisa lotta al bracconaggio portata avanti negli ultimi anni.
Complessivamente oggi gli sforzi di conservazione per la salvaguardia del gorilla di montagna continuano a
dare dei buoni risultati, tanto che 4 anni fa la specie è passata da “in pericolo critico” a “in pericolo” nelle
categorie di rischio della IUCN.
Nonostante l’incremento delle popolazioni e il record di nascite registrato nel 2021 (24 nuovi cuccioli) la specie
è ancora a rischio. A minacciare la sopravvivenza di questi primati non è solo il bracconaggio. Cambiamenti
climatici, diffusione di patologie e deforestazione sono fattori che possono avere impatti gravi sulle popolazioni
residue di questo affascinante primate.
Il Gorilla Tracking, ovvero il monitoraggio dei gorilla, è molto probabilmente l’attività principale per cui si
decide di viaggiare in Uganda.
L’Uganda, il Ruanda ed il Congo sono i tre Paesi in cui è possibile vivere questa esperienza eccezionale
permettendo ai fortunati possessori del pass di camminarci a pochi metri di distanza e poterli vedere nella loro
vita quotidiana (durante la quale generalmente mangiano o dormono!).
Si tratta di un’esperienza molto costosa, ma che vale ogni singolo centesimo.
Poi considerate che i proventi economici portati dal turismo servono anche a finanziare il meccanismo di
salvaguardia che ruota intorno ai gorilla di montagna: quindi credeteci sulla parola sono soldi spesi bene
Sebbene il monitoraggio dei gorilla di montagna si possa fare tutto l’anno sia in Uganda che Ruanda, generalmente si predilige la stagione secca, ovvero da Giugno a Settembre e poi da Dicembre a Febbraio (durante le piccole piogge).
I parchi in cui poter fare Gorilla tracking in Uganda sono due: Bwindi Impenetrable Forest e Mgahinga
National Park.
Gli ingressi sono limitati ed è quindi importante, soprattutto se si viaggia in alta stagione, riservare il proprio
pass con largo anticipo.
Attualmente l’Uganda Wildlife Authority (UWA), l’ente governativo responsabile del turismo in Uganda rilascia
104 permessi di gorilla al giorno che permettono di visitare 15 famiglie di gorilla abituate e distribuite su 4
settori del Parco Nazionale Bwindi.
A questi si aggiungono anche altri 8 permessi al sud del Bwindi dove vivono 2 famiglie di gorilla.
Il Parco Nazionale di Mgahinga ospita invece solo 1 gruppo e quindi si rilasciano solo 8 pass al giorno.
La domanda di permessi per il gorilla trekking è molto alta nelle stagioni di punta, da Giugno a Settembre ma
anche nei mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio.
Tutti i permessi per i gorilla sono rilasciati dagli uffici UWA di Kampala e non sono acquistabili online,
rendendosi così necessario appoggiarsi ad un operatore come Wilderness Experience.
Il gorilla tracking è una attività che si può fare solo in quattro parchi nazionali in Africa: il Parco nazionale
impenetrabile di Bwindi ed il Mgahinga Gorilla Park in Uganda, il Parco nazionale Virunga in Congo ed il
Parco nazionale dei vulcani in Ruanda.
L’Uganda è speciale perché ospita metà della popolazione rimanente di gorilla di montagna in due
parchi nazionali: Bwindi e Mgahinga.
Bwindi Impenetrable Forest National Park è un sito patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1994 grazie alla
sua grande biodiversità.
Oltre ai gorilla di montagna, il Bwindi infatti ospita 120 specie di mammiferi che includono piccole antilopi,
maiali della foresta gigante, il gatto dorato africano, lo sciacallo a strisce laterali e lo zibetto africano. Qui si
potrebbero vedere anche diversi primati quali lo Scimpanzé, l’Hoest’s Monkeys e Black/White Colobus
Monkeys oltre a 220 specie di farfalle e 310 di uccelli.
Il Parco Nazionale di Mgahinga è il parco nazionale più piccolo di Uganda e si trova ai piedi di 3 vulcani
dormienti. A differenza di Bwindi, Mgahinga è un’estensione della regione di Virunga e dell’area di
conservazione maggiore che comprende il Parco Nazionale Virunga in Congo e il Parco Nazionale dei Vulcani
in Ruanda.
Le principali attrazioni sono i rari gorilla di montagna e le scimmie dorate.
Il Parco nazionale della foresta impenetrabile di Bwindi (chiamato anche “Il luogo dell’oscurità” per le sue fitte
cime degli alberi) è un’antica foresta che si estende per circa 330 chilometri quadrati. La regione è stata
nominata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1994 grazie alla sua incredibile biodiversità e al gran
numero di specie in via di estinzione che la abitano. Viene definita “foresta impenetrabile” per il fatto che gran
parte del territorio è raggiungibile con difficoltà e soltanto a piedi.
Circa il 45% della popolazione vivente di gorilla di montagna si trova nel Bwindi. È un parco molto più
grande rispetto il Mgahinga ed ospita più di 35 gruppi di gorilla, 15 dei quali sono abituati alla presenza
umana e quindi visitabili con il gorilla tracking.
Il Mgahinga ha invece un solo gruppo di gorilla abituati.
Nel Bwindi il gorilla tracking può essere fatto in quattro diversi settori del parco, ciascuno dei quali ospita più
di un gruppo di gorilla.
Due gruppi nei settori di Nkuringo e Rushaga permettono di partecipare al Gorilla Habituation Experience,
accessibile a solo 4 visitatori ed il tempo permesso per stare con i gorilla è di 4 ore (contro la ora del semplice
gorilla tracking).
Questa esperienza la si può vivere solo nel Bwindi.
In verità anche il Mgahinga ha dei pro da tenere in considerazione.
Questo parco per alcuni anni è stato evitato dagli operatori in quanto la famiglia di gorilla era solita muoversi
tra Uganda, Ruanda e Congo. Dal 2013 però è tornata in Uganda senza più muoversi, così che attualmente
l’avvistamento è molto probabile.
Chiaramente la possibilità che tornino un giorno a muoversi esiste e non si può dire se e quando accadrà..
Il Gorilla tracking sia a Bwindi che a Mgahinga può essere faticoso, il trekking infatti si svolge su terreni
accidentati e ripidi. Ci sono però delle differenze tra i due parchi.
Grazie alle dimensioni ridotte generalmente il gruppo Nyakagezi a Mgahinga è più facile da individuare
rispetto quelli del Bwindi. Invece essendo il Bwindi una foresta enorme, i visitatori potrebbero dover
camminare più a lungo e fare maggiori sforzi.
Chi è interessato a fare le foto forse vorrà sapere che il Mgahinga si estende su una montagna, non una
foresta, quindi in giornate limpide e con sole, è più semplice fare foto vista la migliore luce.
Non dimentichiamo poi che in questo parco troverete i 4 fratelli silverback!
Se al Mgahinga durante il tracking si potrebbero avvistare le Golden Monkeys, animali in via d’estinzione, al
Bwindi è possibile che si incontrino gli scimpanzè. Quindi entrambi offrono dei possibili extra estremamente
interessanti.
Il Parco nazionale Bwindi si trova in una posizione strategica ad appena due ora dal parco nazionale più
grande e famoso d’Uganda, il Queen Elizabeth National Park. Se quindi stai viaggiando seguendo un
percorso di viaggio classico allora il Bwindi è sicuramente la scelta giusta!
Dall’altro lato gli amanti del trekking saranno felici di sapere che visitando Mgahinga qui si ha la possibilità di
fare trekking sui vulcani. L’Uganda ne ha tre tra cui scegliere: Monte Muhavura, Monte Sabinyo e Monte
Gahinga. Raggiungere la cima di uno di questi regalerà una vista incredibile sul Parco Nazionale di Mgahinga
ma anche la possibilità di avvistare uccelli, mammiferi della foresta e primati come le scimmie d’oro.
Il pass per il Gorilla tracking costa US$700 per persona.
Un tempo nei mesi di bassa stagione i pass avevano prezzi scontati, ormai dal 2018 il costo è fisso a
prescindere dalla stagione e dall’età del partecipante.
Il permesso è valido solo per in giorno e se non si avvistano gorilla non è concesso alcun rimborso nè
la possibilità di provarci nei giorni a seguire.
Il Bwindi rilascia 104 permessi al giorno. Il Mgahinga solo 8, motivo per cui è importantissimo prenotare il
pass in largo anticipo per assicurarvi uno dei pochissimi permessi. Si consiglia di prenotare almeno 10 mesi
prima se si viaggia in alta stagione.
L’età minima per fare gorilla tracking è 15 anni.
È vietato fare il tracking se influenzati o malati. Non è possibile fumare nel parco ed è vietato usare la
torcia o fare rumore inutile in presenza dei gorilla.
Il Gorilla Habituation Experience costa invece US$1500 per persona ed i permessi sono solo 4 al giorno
I gorilla di montagna vivono in zone di alta quota quindi il trekking per raggiungere la famiglia è
potenzialmente faticosa.
Bwindi è una foresta con denso sottobosco, cespugli spinosi e arbusti che rendono difficile il passaggio, i
terreni sono spesso bagnati e scivolosi.
Mghinga si estende sulla montagna e la ricerca porta molto spesso in altitudine, si consiglia quindi di fare il
trekking dotati di bastoni da montagna per aiutarsi nella scalata.
E’ impossibile poter dire quanto tempo si impiegherà per individuare la famiglia, alcune persone
impiegano 1 ora, altre 3 ed altre una giornata intera. Tutto dipende dalla posizione al momento della famiglia
di gorilla che quando si muove lo fa piuttosto velocemente.
E’ bene ricordare però che ogni giorno i tracker raggiungono il parco alle 6 del mattino, cercano le famiglie e
con walkie-talkie comunicano ai rangers e alle guide la posizione così da indirizzare il gruppo di turisti verso il
posto gusto.
Quando si parla di animali nessuno può garantirne alcuno, ma generalmente il 99% dei visitatori incontra i
Gorilla.
Il motivo per cui l1% che non ce la fa, è solitamente dovuto al fatto che non riesce a tenere il passo del
trekking e preferisce tornare al punto di partenza.
Il trekking è di ore variabili e i tempi per raggiungere la famiglia dipendono dal caso del giorno.
Assolutamente si!
Se il costo del pass è troppo dispendioso ma sei interessato ai primati, allora considera di prendere parte allo
scimpanzè tracking, US$150 per persona, che è altrettanto divertente e gratificante. Se credi che questi
costi siano troppo alti, ricorda che pagando per i pass stai contribuendo attivamente alla salvaguardia di
questi meravigliosi animali. Altro motivo che giustifica l’alta tariffa di questa attività molto esclusiva.
È costoso, è complicato ed è stancante, ma una volta arrivati a pochi metri da queste meravigliose creature,
tutte le fatiche passano. E l’ora a disposizione vola.
Stare seduti in silenzio per 60 minuti sul freddo terreno di una foresta ugandese potrebbe essere uno dei più
grandi privilegi e una delle emozioni che difficilmente potranno essere dimenticate nella vita. Esistono poco
più di 1.000 gorilla di montagna e il trekking alla ricerca di questi primati offre una rara opportunità di
osservare le interazioni quotidiane di questi animali docili, gentili e misteriosi.
Il gorilla è il più grande primate vivente e appartiene alla famiglia delle scimmie antropomorfe, ovvero quelle
più vicine all’uomo da un punto di vista evolutivo, dopo lo scimpanzé e il bonobo. Sono animali massicci con
petto e spalle ampi, grandi mani, avambracci molto più corti della parte superiore del braccio. La faccia è nera
e senza peli, con occhi piccoli e vicini tra loro e grandi narici prominenti.
Le uniche due specie di gorilla vivono entrambe in Africa e si dividono in gorilla occidentale e gorilla orientale.
Il gorilla occidentale è diviso a sua volta in due sottospecie: il gorilla di pianura, con un numero di esemplari
maggiore, il quale vive in Angola, Camerun, Repubblica Centro-africana, Congo, Repubblica Democratica Del
Congo, Guinea Equatoriale e Gabon e il gorilla del Cross River, minoritario rispetto al precedente come
numero di esemplari, il quale vive al confine tra Camerun e Nigeria. Il gorilla orientale invece vive nella
Repubblica Democratica Del Congo, Rwanda e Uganda, ed è, a sua volta, suddiviso in due sottospecie, il
gorilla di montagna con poco più di 1000 esemplari e il gorilla di pianura.
Il gorilla di montagna è un animale altamente sociale che vive in gruppi che possono avere dai 5 ai 50
individui e che possiedono un preciso ordine gerarchico con a capo un maschio silverback dominante, così
chiamato per la caratteristica colorazione argentea del pelo del dorso.
Si distingue dagli altri gorilla per il pelo più lungo e più scuro, che sulla schiena dei maschi adulti assume il
caratteristico colore grigio argenteo. I maschi possono arrivare a pesare tra 140 e 180 kg, mentre le femmine,
di norma, arrivano a pesare tra 70 e 110 kg.
Sono considerati animali diurni e terrestri; anche se sono in grado di arrampicarsi sugli alberi, sono i primati
meglio adattati alla vita al suolo. Si muovono essenzialmente sulle quattro zampe, ma possono anche
percorrere brevi tratti in posizione eretta su due zampe, esattamente come gli uomini.
I gorilla sono prevalentemente vegetariani e dedicano circa il 30% del giorno ad alimentarsi, di steli, germogli
di bambù e frutta, oltre che di cortecce. Un altro 30% del tempo lo trascorrono muovendosi o mangiando
mentre si spostano e un 40% lo trascorrono riposando. Un maschio adulto può arrivare a mangiare in un
giorno anche oltre 30 kg di cibo vegetale mentre una femmina può consumare circa la metà.
Ormai da molti anni il team di Wilderness Experience organizza viaggi in Uganda e Ruanda inserendo il
tracking dei gorilla di montagna come principale attrazione.
Se siete interessati a partecipare al nostro prossimo “King Kong Kingdom”, sappiate che occorre
prenotare con enorme anticipo il viaggio e i relativi permessi per il tracking.
Quindi dovete subito entrare nell’ordine di idee di decidere rapidamente in merito alla vostra partecipazione.
Per ricevere il programma in dettaglio e relative quotazioni:
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A questo bellissimo felino, il team di Wilderness Experience dedica dei safari specifici in questa piccola riserva che conta circa 45 esemplari in poco più di 20 kmq. Si trova vicino a Jaipur, la città rosa del Rajasthan, a circa 260 km da Delhi ed è facilmente inseribile sia nel programma Tiger Expedition che nel programma India Classica.
Se siete in perfetta forma, non soffrite il freddo e le altezze e siete alla ricerca di nuove sfide, questo challenge con la natura selvaggia è il viaggio che fa per voi, alla ricerca del fantasma più elusivo del mondo, il mitico leopardo delle nevi.
Naturalmente non dimentichiamo i nostri safari in Africa, dove il leopardo è presente in Botswana nel Chobe National Park e nel Delta dell'Okavango e in Zimbabwe nelle Matobo Hills.
Per info scrivere a info@wildernessexp.it
Per gli appassionati di fotografia naturalistica e gli amanti dei grandi felini, ma anche come complemento ad un viaggio in Cile o in Cile/Argentina.
Il Puma, conosciuto anche come “Leone di Montagna” è un animale generalmente solitario , ma in alcune aree del Cile è possibile vederlo in piccoli gruppi, segno che comunque può essere un animale socializzante. La vasta steppa patagonica, dentro e fuori il Torres del Paine National Park, nel sud-est del Cile è sicuramente un’area privilegiata per la ricerca e l’osservazione di questi splendidi animali che qui si trovano in un’elevata concentrazione, soprattutto a causa della presenza abbondante dei guanaco che sono la loro principale preda.
I Guanaco sono erbivori appartenenti alla famiglia dei Camelidi ( presenti in Perù, Bolivia, Argentina e appunto Cile) . Un adulto può pesare circa 90 kg e può correre fino a poco meno di 60 km su terreni ripidi di montagna.
Non si tratta comunque di prede facili per i puma, in quanto i Guanachi usano vedette per scrutare il territorio da punti panoramici e in presenza del felino, emettono un tipico suono di allarme per avvisare i compagni del pericolo.
Spesso in mancanza di nascondigli che rendano più facile l’avvicinamento alla preda, il Puma deve muoversi lentamente e in silenzio per avvicinare il Guanaco entro un range di meno di dieci metri che renda poi possibile il successo nell’attacco.
Osservare i Puma in un contesto naturale così selvaggio, remoto e affascinante è sicuramente una Wilderness Experience.
Questa esclusiva escursione può durare fino a 4 giorni e, come detto, può essere una naturale estensione di viaggi in Cile e Argentina, particolarmente al Torres del Paine National Park in Cile e al Perito Moreno National Park in Argentina.
Il tutto nel contesto di un viaggio in alcuni dei luoghi più straordinari del nostro pianeta.
Per info scrivere a info@wildernessexp.it
Tutto il fascino di Dubai e degli Emirati Arabi con servizi di alta qualità che fanno tutta la differenza, attraverso Il nostro ufficio operativo Wilderness in Dubai.
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